L’energia necessaria per eseguire qualsiasi lavoro muscolare deriva sempre e comunque dalla scissione dell’ATP in ADP e fosforo inorganico, che, al pari di qualunque altra reazione chimica, implica la produzione contemporanea di calore (resa energetica intorno al 25%) che produce un sensibile innalzamento della temperatura corporea interna. L’organismo umano è in grado di fronteggiare questa fisiologica situazione di ipertermia attivando i vari meccanismi di termodispersione capaci di mantenere la temperatura interna sufficientemente costante intorno al valore di 37°C (zona di controllo termico tra 36,5 e 37 ,5°C). Quando la temperatura corporea interna aumenta come conseguenza del lavoro muscolare o della elevata temperatura ambientale, il meccanismo principale, e più efficiente, di termodispersione è rappresentato dall’evaporazione del sudore (0,5 Kcal eliminate per ogni grammo di acqua evaporata) la cui produzione aumenta nel corso della pratica sportiva, a mano a mano che l’impegno si protrae nel tempo, fino a raggiungere valori anche molto elevati quando il lavoro muscolare è molto intenso (fino a 50 ml al minuto). Gli atleti non devono mai sottovalutare l’entità della sudorazione e quindi delle perdite idriche e minerali, ma devono altresì abituarsi a porre maggiore attenzione all’importanza della disidratazione rispetto alla deplezione minerale. La perdita idrica rappresenta per tutti gli sport, e per alcuni ancora di più, il vero e più importante ostacolo al proseguimento del lavoro sportivo e può compromettere seriamente non solo il risultato della prestazione, ma anche la stessa salute dell ‘atleta quando, per ignoranza, incuria o più semplicemente per leggerezza non si provveda prontamente e costantemente, nel corso dell’allenamento e/o della gara, al reintegro dei liquidi persi rischiando in tal modo di andare incontro a quell’insieme di sintomi e disturbi che nel suo complesso si è soliti definire come la “Malattia da Calore” (crampi muscolari, collasso da calore e colpo di calore). Pertanto nella pratica sportiva la reintegrazione idrico-minerale è, senza dubbio, il principale sostegno per favorire la prestazione atletica e salvaguardare la salute degli atleti, ed è quindi fondamentale far comprendere anche ai giovanissimi sportivi, fin dal loro primo contatto con lo sport, l’importanza di questo semplice ed economico “integratore” incoraggiandoli a bere prima ancora di avvertire il senso della sete.

Istituto di Scienza dello Sport – G.Caldarone – 1993