Ormai da molti anni io mi sono proposto di studiare a fondo gli effetti delle acque minerali debolmente salificate, portandovi tutti quei contributi che, gli avanzamenti delle scienze sperimentali ci concedono oggidì, indagandone l’azione sull’organismo in istato fisiologico, per risalire quindi con fondamenti razionali allo studio dell’azione sull’organismo in istato di malattia. In quest’argomento, mi è apparso che fosse compresa la parte più importante, oserei dire la più speciale della idrologia per quanto concerne l’uso interno delle acque. Nel vero le osservazioni come si sono avviate sino ad ora, fatte rare eccezioni, riguardano acque minerali forti, ed in general si limitano a considerare un solo o due elementi mineralizzatori; di tal che siffatti studi possono riguardarsi, che come una ropetizione od applicazione più o meno ingegnosa alla tale o tal’altra acqua, di quanto la farmacologia sperimentale è riuscita aporre in chiaro intorno alle proprietà di uno o due sali e nulla più. Ciò che porta, che se le indagini cliniche sull’azione delle acque minerali sono avanzate, non del pari lo siano quelle sperimentali e perciò spesso le conclusioni che si vogliono ritrarre sperimentalmente intorno all’azione di un’acqua minerale e le presunzioni terapeutiche, non posso esser giuste o per lo meno di sovente siano in parte fatastiche. Invece relativamente alle acque deboli, questo metodo erroneo di ricerche è inapplicabile, e sebbene lo si sia tentato, ha dato luogo a risultati inaccettabii; poichè l’azione isolata dei componenti l’aggregato idrominerale, non può condurre a risultati attendibili, in ragione della piccolezza della quantità dei principi stessi ricordati; di dove emerge la necessità di studiare l’azione d’insieme, che non può essere rilevata se non dallo studio degli effetti sull’organismo studiati obiettivamente. Questa maniera di indagini, ha dato già ottimi risultati, dimostrando in modo sperimentale accertato, il valore grande di alcune acque che sebbene dichiarate eccellenti dalla clinica si vedevano designate con una denominazione rilevata interamente dalla classificazione chimica e quindi terapeuticamente erronea, come indifferenti mentre, invece è da questa classe di acque che ci possiamo attendere e ricaviamo gli effetti più notevoli sul ricambio.

 

Università di Pisa – Laboratorio di Patologia Speciale Medica Dimostrativa – Dir. Prof. Carlo Fedeli – 1898