Le acque minerali sono acque sorgive che risultano dotate di particolari proprietà biologiche e terapeutiche, da sempre utilizzate dall’uomo nella cura delle affezioni più varie. La loro origine è atmosferica: cadono sulla superficie terrestre come precipitazioni e penetrano più o meno profondamente nel sottosuolo, a seconda della costituzione e disposizione degli strati che incontrano; dopo un percorso variabile, si riuniscono in falde acquee che affiorano alla superficie. Durante questo percorso, le acque vengono a contatto con formazioni rocciose a opera delle quali vengono sottoposte a processi di filtrazione che le caratterizzano da un punto di vista fisico-chimico. Già dai tempi dei Normanni erano note le capacità depurative della fonte Rocchetta, sita sulle montagne dell’Appennino Umbro-Marchigiano intorno a Gualdo Tadino: questa fonte ci dona un’acqua oligominerale con un discreto contenuto di bicarbonato e calcio e arricchita da numerosi oligoelementi caratteristici della formazione geologica dell’area Rocchetta. Secondo recenti indicazioni, un’acqua è oligominerale se il tenore dei sali minerali in essa contenuti, calcolato come Residuo Fisso, non è superiore a 500 mg/L: l’acqua Rocchetta ha un Residuo Fisso di 173.06 mg/L. Questo tipo di acqua minerale è tradizionalmente utilizzata nelle cure idropiniche: essa viene rapidamente assorbita dall’apparato digerente (in buona quantità, già dallo stomaco) e ha capacità di promuovere un rapido incremento del volume extracellulare e del flusso ematico renale: ne risulta una poliuria a basso peso molecolare che aumenta il volume urinario e sottrae numerosi cataboliti litogeni ai processi di nucleazione o di neoapposizione a nuclei già costituiti, che sono precursori della concrezione litiasica renale; in realtà i benefici che si traggono dall’assunzione di un’acqua oligominerale, qual è la Rocchetta, la pongono al centro dell’attenzione negli studi sul ruolo terapeutico delle acque oligometalliche nelle affezioni epatiche, del metabolismo, del sistema cardiovascolare oltre che nelle affezioni di interesse nefro-urologico. In altre parole non si riesce ancora a trovare una spiegazione scientifica razionale che sia in grado di chiarire il fenomeno universale del ricorso alle facoltà curative delle acque, fenomeno che la moderna medicina, così capace di distruggere qualsiasi terapia non ortodossa, non è riuscita minimamente a scalfire, anzi in tutto il mondo sia la terapia termale che quella idropinica sono in continua espansione. In ogni caso negli ultimi decenni anche la letteratura internazionale si sta dedicando allo studio degli effetti farmacologici che le acque minerali esercitano sull’organismo e alcune questioni si cominciano per lo meno ad affrontare con quel rigore scientifico che la moderna medicina impone. Con il presente studio abbiamo testato la rivendicata efficacia depurativa dell’acqua oligominerale Rocchetta, confrontandone gli effetti con quelli di un’acqua di conduttura, scelta a caso in un’area dell’hinterland pisano.

 

Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi – Azienda Ospedaliera Senese – Policlinico
“Le Scotte” – Dir. Prof. N. Di Paolo – 1998