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Il melasma è un disturbo frequente, soprattutto nella popolazione femminile, che si presenta con macule o chiazze brunastre causate dall’accumulo di melanina. Le lesioni si localizzano a livello delle aree fotoesposte, soprattutto sulla fronte, guance e labbro superiore. Il trattamento si basa sull’utilizzo di prodotti depigmentanti ad applicazione domiciliare e su procedure ambulatoriali, quali ad esempio peeling chimici e specifici trattamenti laser, eseguite da dermatologi esperti. Importante l’utilizzo quotidiano della protezione solare, infatti il sole è un fattore che può aggravare il melasma.
Contrariamente a quanto si possa pensare, il lavaggio frequente dei capelli, anche giornaliero, non è causa di caduta. Inoltre, non è vero che detergere spesso i capelli li rende “più grassi” per effetto rimbalzo, in quanto la secrezione sebacea non è influenzata dal lavaggio. La frequenza di detersione non incide negativamente sulla struttura del capello, ma l’utilizzo di detergenti troppo aggressivi può effettivamente rovinare e indebolire il capello. Pertanto, si consiglia di lavare i capelli spesso e non appena si avverte prurito al cuoio capelluto, utilizzando shampoo di buona qualità.
L’alopecia androgenetica è la causa più comune di calvizia sia nella donna che nell’uomo. Questa patologia è di natura ereditaria e, se non trattata, porta ad un diradamento progressivo nel tempo. Molto comune è anche il telogen effluvium, un’intensa caduta temporanea di capelli ad insorgenza improvvisa che può essere provocata da varie cause, quali una dieta estrema, carenza di ferro o vitamine, disordini alimentari (in genere anoressia o bulimia), l’assunzione di farmaci (principalmente chemioterapici, antidepressivi, antiepilettici o antiipertensivi), alcune patologie sistemiche (spesso ipertiroidismo o ipotiroidismo), la gravidanza e l’allattamento. Il telogen effluvium può insorgere anche a seguito di un episodio febbrile elevato o di un intenso evento stressante. Un’ altra causa frequente di caduta di capelli è l’alopecia areata, una malattia autoimmune nella quale il sistema immunitario attacca per errore i follicoli piliferi sul cuoio capelluto, provocando la perdita parziale o totale dei capelli. Tuttavia non si verifica quasi mai un danno permanente del follicolo pilifero e i capelli possono ricrescere completamente. Nelle alopecie cicatriziali quali il lichen plano pilare, il lupus eritematoso discoide e la follicolite decalvante invece i follicoli piliferi vengono distrutti in maniera permanente. Pertanto, in questo gruppo di patologie, al fine di arrestarne la progressione ed evitare un perdita permanente dei capelli che può avere un notevole impatto sulla qualità di vita dei pazienti, risulta fondamentale porre una diagnosi tempestiva e impostare un’adeguata terapia.
L’onicomicosi è un’infezione dell’unghia causata da funghi che si nutrono di cheratina, il principale componente della lamina ungueale. L’unghia più colpita è l’alluce e questa infezione si presenta in genere con un cambiamento del colore e dello spessore dell’unghia. L’umidità del piede, dovuta a scarpe poco traspiranti, calzature troppo strette, unghie già lesionate, una predisposizione familiare o alcune preesistenti patologie come il diabete sono fattori predisponenti. La cura prevede l’utilizzo di smalti e talvolta, nei casi più gravi, la prescrizione da parte di un medico di una terapia sistemica della durata di 4-6 mesi.
La fragilità ungueale può dipendere da differenti cause come la carenza di vitamine o di alcuni oligoelementi, l’assunzione di farmaci (soprattutto chemioterapici) o la menopausa. Altre volte, la causa va cercata in patologie sottostanti quali il diabete o l’anemia mediterranea o in malattie dermatologiche quali ad esempio la psoriasi o il lichen. Molto spesso tuttavia la causa va ricercata nell’uso di detergenti troppo aggressivi o nell’utilizzo frequente di prodotti per la pulizia della casa o per il bucato. Infine, non va dimenticato che l’uso abituale e continuativo degli smalti per unghie può provocare una disidratazione con conseguente danneggiamento dell’unghia per effetto dei solventi contenuti nei prodotti utilizzati per la loro rimozione.
La vitiligine e’ una condizione della pelle dovuta ad un difetto della pigmentazione , in genere i pazienti affetti da tale condizione dovrebbero esporsi gradualmente al sole applicando dei fotoprotettori sulle chiazze con fattore di protezione spf 30+, invece fattore di protezione spf 50+ sulla cute sana in modo da permettere ed aiutare la ripigmentazione delle lesioni.
La psoriasi e’ una patologia infiammatoria cronica cutanea caratterizzata da lesioni eritemato- desquamative che interessano maggiormente alcuni distretti cutanei come gomiti e ginocchia ma possono interessare tutto L ambito cutaneo, sono tantissimi i trattamenti a disposizione e si scelgono in base alla gravità della malattia ed all’estensione , sicuramente per le forme lievi si possono utilizzare trattamenti topici a base di derivati dalla vitamina D oppure corticosteroidi locali.
In genere e’ preferibile eseguire i trattamenti laser nei periodi invernali e non nei periodi estivi inoltre dipende anche dal tipo di laser utilizzato e dal motivo per cui si utilizza.
In genere la visita di controllo nei andrebbe eseguita una volta l’anno a meno che non ci siamo esigenze particolari come per es familiarità per tumori della pelle o elevato numero di nei, In questo caso potrebbe essere necessario eseguire la visita di controllo ogni 6 mesi .
Le cicatrici da acne posso essere trattate in vari modi in base anche al tipo di cicatrice per cui si possono utilizzare trattamenti più superficiali come Ad esempio i peeling a base di sostanze come l’acido glicolico fino a trattamenti più invasivi per le forme più servere attraverso l’utilizzo di laser.
In circa un terzo o un quarto dei pazienti con psoriasi è possibile la comparsa di nuove manifestazioni di psoriasi in aree sottoposte a trauma (denominato fenomeno di Koebner) dopo un periodo di tempo che varia da alcune settimane a diversi mesi dall’evento scatenante. L’effettuazione di tatuaggi può pertanto essere causa di un “risveglio” della psoriasi in sede di esecuzione. Ad oggi, la psoriasi però non rappresenta una controindicazione all’esecuzione di tatuaggi ma sarebbe opportuno informare adeguatamente di tale possibile evenienza.
Le manifestazioni cutanee di psoriasi hanno un’evoluzione variabile e cronica. In suo andamento è infatti imprevedibile, mostrando fasi di remissione e di riacutizzazione scatenate da numerosi fattori (traumi, infezioni, stress, farmaci, fattori ormonali, ect.). Tuttavia essendo sostenuta anche da fattori genetici al momento non è possibile guarire completamente dalla psoriasi ma una terapia adeguata permette di tenerla efficacemente sotto controllo la malattia, raggiungendo lunghi periodi di remissione.
Non esiste un’età precisa in cui si debba iniziare a fare il controllo dei nei. La necessità di effettuare una valutazione specialistica in età neonatale, infantile e/o prepuberale dipende se sono presenti nei dalla nascita, se si nota la comparsa di nei con caratteristiche cliniche atipiche, se c’è familiarità per melanoma, etc. In generale, i controlli sono fortemente consigliati in caso di numero elevato di nei, presenza di nei atipici, fototipo chiaro, scottature frequenti e familiarità per tumori cutanei.
I comuni prodotti autoabbronzanti forniscono una colorazione degli strati superficiali della pelle (epidermide) con dei pigmenti senza realmente stimolare la produzione di melanina, come invece accade durante l’esposizione solare. Per questo motivo non offrono alcuna protezione contro i raggi ultravioletti, ma danno semplicemente un colorito più scuro. È quindi indispensabile usare delle protezioni solari specifiche in caso di esposizione.
La protezione va applicata ½ ora prima dell’esposizione solare e ogni 2 ore durante l’esposizione. E’ consigliato a tutti di utilizzare una protezione molto alta (SPF50+) salvo aver ricevuto diverse indicazioni dal dermatologo. Inoltre la protezione va applicata in modo omogeneo sulla pelle (non va messa solo sui nei)
Le principali 2 regole che aiutano a riconoscere i nei a rischio sono quella dell’ABCDE e del “brutto anatroccolo”. La prima si basa sulla valutazione di 5 parametri: A = Asimmetria, B = Bordi irregolari; C = Colore atipico (multiplo o nero); D = Dimensioni (diametro maggiore di 6 mm); E = evoluzione nel tempo. La presenza di 1 o più di questi parametri indica che un neo va considerato a rischio e dunque necessità di un controllo più approfondito. La regola del “brutto anatroccolo” è complementare alla precedente e si basa sull’individuazione dell’unico neo diverso dagli altri in una determinata sede corporea (ad esempio la schiena). Questo neo sarà da considerarsi a rischio.
Ci sono diversi fattori che aumentano il rischio di avere tumori della pelle. I principali sono 2: – Una scorretta esposizione al Sole, intesa sia come numero e gravità delle scottature solari avvenute nel corso della vita, sia come quantità totale di esposizione al Sole – La familiarità, riguardante soprattutto i parenti di primo grado Attenzione perché il melanoma non è l’unico tumore della pelle! I carcinomi basocellulare e squamocellulare sono molto più frequenti e condividono gli stessi fattori di rischio.
Si c’è e riguarda soprattutto i parenti molto stretti (genitori, fratelli/sorelle, figli). Per quanto riguarda il melanoma è stato dimostrato un aumento del rischio nei parenti di primo grado. Fortunatamente non c’è un’ereditarietà stretta (salvo rarissimi casi) ma solamente un aumento del rischio. Questo vuol dire che la maggior parte dei parenti di primo grado di un paziente con melanoma non avrà mai un melanoma, è fondamentale però che effettuino regolarmente delle visite dermatologiche di controllo.
Purtroppo quando riconosciuto tardi il melanoma può diventare un tumore molto aggressivo a diffondersi (metastatizzare) ad altri organi (fegato, polmoni, ossa, cervello, ecc…) andandone piano piano a compromettere il normale funzionamento. La prevenzione e la diagnosi precoce sono perciò la migliore arma per combattere il melanoma! Negli ultimi anni inoltre molti nuovi farmaci stanno dando delle speranze concrete anche ai pazienti affetti da forme metastatiche.