Il componente principale che conferisce forza e resistenza alle ossa è il calcio, la cui concentrazione è legata alla quantità giornaliera di minerale che si assume ed è sotto il controllo della vit. D e degli ormoni sessuali. Le cause principali dell’impoverimento dell’osso si verificano:

  1. nella donna in gravidanza per aumentato fabbisogno del minerale
  2. nella donna in menopausa per la cessata produzione di ormoni femminili che ne ostacola l’assorbimento
  3. nell’anziano per un più attivo catabolismo calcico.

La riduzione della massa ossea attraversa due fasi, una modesta, iniziale, parafisiologica, abitualmente priva di sintomatologia (OSTEOPENIA), l’altra più marcata, abbastanza spesso contrassegnata da fratture patologiche (OSTEOPOROSI). Indicativamente la massa ossea può arrivare a ridursi da 800 a 500 g/cm2 nelle donne oltre i 45 aa e da 1100 a 700 nell’uomo oltre i 65 aa. Per ovviare a ciò, è necessario aumentare l’apporto medio giornaliero, ad es. per una donna in menopausa da 800 a 1200 mg%
Si tratta di una situazione che oltre una certa età è abbastanza comune e che in Italia viene segnalata in fase crescente. Si calcola che circa la metà degl’individui intorno ai 50 anni presenti uno stato di OSTEOPENIA e che un terzo degli ultrasessantenni quello di OSTEOPOROSI. E’ una questione ormai divenuta di interesse sociale e per questo motivo meritevole di un’attenzione sempre maggiore.
A questo scopo, è ormai necessario predisporre tutti i mezzi su base scientifica per sensibilizzare l’interesse della popolazione a questo problema tanto più che all’inizio si presenta in modo subdolo e difficilmente individuabile ma in seguito tende spesso ad aggravarsi. Il sistema più vantaggioso e più semplice è senz’altro quello di informare, nel modo più appropriato, sulla necessità di aumentare il calcio nelle diete alimentari e di consigliarne il modo per provvedere.
E’ opinione consolidata che il primo provvedimento debba essere quello di ricorrere alla fonte tradizionale e più disponibile di calcio, cioè l’acqua che si beve durante le 24h, il cui consumo aggirandosi intorno a 1,5-2,0 litri giornalieri può consentire un introito del minerale pari a circa un terzo del fabbisogno quotidiano. A questo punto si pone l’obbligo di scegliere un’acqua minerale il cui contenuto di calcio sia assorbibile in quantità ottimale.
Per quanto riguarda i vantaggi derivanti dal consumo di acqua minerale calcica, un elemento molto significativo è che la quota assorbita a livello intestinale è la stessa di quella del latte e derivati: circa il 40% (Couzy e coll., American J. Clin Nutr. ’95 – Heaney e Nappi Med. Clin. Term 1994)
Ne deriva che il miglior apporto di calcio viene assicurato da una concentrazione di circa 200 mg/L, mentre l’assorbimento paradossalmente si riduce se il livello supera i 300 mg/L (Heaney P. e Dowell M. Osteoporosis Int. 1994).
Il calcio infatti non si assorbe per diffusione, come per altri minerali, ma per l’intervento attivo da parte di proteine dedicate, che quindi non possono essere in grado di trasportarne più di una certa quantità. Il calcio quindi che superi la concentrazione indicata non può essere assorbito e risulterà inutile. E’ inoltre importante tener presente che l’assorbimento non viene favorito in alcun modo da altri fattori come ad es. la scarsità di sodio. La verità è che Calcio e Sodio sono contenuti in tanti alimenti, in primis nel latte materno e vengono assorbiti ambedue normalmente.
L’acqua Uliveto ha una concentrazione di calcio di circa 200 mg/L. La percentuale di calcio assorbito con l’ingestione di Uliveto da parte di uomini e donne (sia prima che dopo la menopausa) si aggira intorno al 21-23% paragonabile alla quota che si ottiene dalla principale sorgente alimentare come il latte. In particolare, se Uliveto viene consumata al di fuori di un pasto contenente altre fonti alimentari apprezzabili di calcio, l’assorbimento del calcio contenuto in Uliveto può essere ancora superiore.
Un recente studio condotto dalla scuola endocrinologica dell’università di Firenze, dimostra che un’acqua calcica, come Uliveto, può essere una buona fonte dietetica di calcio per giovani donne, poiché fornisce un apporto significativo di calcio biodisponibile, valutato indirettamente attraverso la misurazione del calcio urinario nelle 24 ore. Lo studio conferma che questo tipo di acqua minerale rappresenta una fonte nutrizionale preziosa, priva di calorie, con calcio altamente biodisponibile e può contribuire in modo significativo al raggiungimento del fabbisogno giornaliero di calcio. (Brandi et all. Nutrients 2018)

Ecco perché Uliveto ha ricevuto il riconoscimento del Ministero della Salute che la autorizza a segnalare in etichetta che “Partecipa all’integrazione del fabbisogno giornaliero di calcio per la salute delle ossa”