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In questi casi siamo in presenza di sintomi correlati alla “dispepsia”. Dal greco dys-pepsia, e cioè “cattiva digestione”, la dispepsia indica un malfunzionamento dell’apparato digerente ed è sempre necessario un inquadramento specialistico per poter discriminare, valutare e quindi diagnosticare se si tratti di un disturbo funzionale, una forma organica oppure un’allergia o intolleranza alimentare.
La dispepsia funzionale è quella forma in cui non ci sono malattie organiche che possano spiegarne i sintomi e, dunque, non sempre necessita di una vera e propria terapia medica, quanto piuttosto di un regime alimentare adeguato e di corrette abitudini di vita. Al contrario, la dispepsia organica è dovuta a malattie dell’apparato digerente come ulcera, gastrite, reflusso gastro-esofageo, tumori dell’esofago o dello stomaco, malattie della colecisti o delle vie biliari o ancora a malattie correlate al diabete, all’insufficienza cardiaca o renale.
Nei casi di dispepsia funzionale è consigliabile evitare menta, cioccolato, caffè, cibi speziati e piccanti, fritti e altri intingoli laboriosi da digerire. E’ altrettanto consigliabile, soprattutto nei periodi di acutizzazione sintomatica, limitare il consumo di brodi a base di carne, carne di maiale, verdura cruda, pane integrale e pesce grasso, alcool, in pratica tutti quei cibi che rallentano lo svuotamento gastrico.
Tra gli alimenti consigliati, le carni magre cotte alla griglia o arrostite, il pesce lesso o alla griglia, il prosciutto crudo, la bresaola, le uova alla coque, la frutta cotta senza la buccia, il latte che, preso nei momenti di dolori acuti, riduce la sintomatologia.
L’acqua effervescente, al contrario dell’acqua senza bollicine (più correttamente “piatta”) contribuisce alla digestione delle proteine della carne grazie proprio al gas carbonico in essa presente, che oltre ad offrire quella sensazione di “pulizia” della bocca, contrasta lo sviluppo di certe forme batteriche. Ma non è tutto, le acque bicarbonato-calciche come Uliveto, che è lievemente effervescente, è indicata nei disturbi gastroenterici, perché migliora la motilità viscerale. Le acque particolarmente gassate sono sconsigliate per evitare quella sensazione di gonfiore, per questa ragione nelle diete ipocaloriche sono preferite le acque “piatte”.
Oltre a una dieta corretta associata a una terapia appropriata, debitamente valutata e prescritta dal gastroenterologo, ci sono alcuni semplici abitudini dietetiche da seguire per ridurre i disturbi dispeptici più comuni: • meglio fare pasti piccoli ed eventualmente frequenti; • meglio masticare con cura e lentamente il cibo, ricordando sempre che la prima digestione avviene nella bocca; • mai coricarsi subito dopo mangiato, meglio una leggera passeggiata; • evitare vestiti troppo stretti o posizioni con compressione sull’addome.