La cura di molte malattie del fegato costituisce una delle indicazioni più precise dell’acqua acidulo alcalina di Uliveto; anzi, in una di esse, la colelitiasi, ed in modo speciale in alcune manifestazioni cliniche di questa entità morbosa, si può parlare di un’azione veramente specifica. E qui cade opportuno esprimere la nostra opinione sulla specificità e sulla specializzazione di alcune cure idro-termali. Non vi è dubbio che nel passato si è avuta la non lodevole tendenza a generalizzare troppo l’impiego terapeutico di molte acque minerali, con evidente discapito degli effetti curativi, e della serietà degli studi idrologici, ma oggi, se non ci inganniamo, sembra che una opposta tendenza possa indurci a non meno dannose limitazioni, consigliandoci una specializzazione molto spesso arbitraria ed eccessiva e non rispondente alla reale natura delle cose. Egli è che come le molteplici sindromi cliniche che si svolgono a carico dei varii organi ed apparecchi non possono, molte volte, considerarsi quali entità morbose di per sè stanti, ma rappresentano episodi di condizioni molto più generali; così l’azione farmacologica delle acque minerali è essa pure complessa, riferibile a svariate condizioni di composizione e di costituzione, che fanno di ogni acqua una individualità farmacologica e terapeutica a sè, capace di esplicare la sua azione sopra apparati, sopra funzioni, sopra condizioni morbose molteplici. Onde è che il risultato terapeutico è la risultante di svariate azioni e reazioni cui l’attività farmacodinamica dell’acqua e le condizioni dell’organismo partecipano, azioni che non è possibile scindere se non per artificio scolastico e per comodità di studio, il cui resultato complessivo solo la clinica può riconoscere, affermare e valutare, e che le nostre cognizioni di farmacologia e di fisio-patologia potranno aiutarci ad interpretare. Quindi non può riuscire difficile interpretare il fatto, che la clinica dimostra, della efficacia esplicata dall’acqua di Uliveto in molteplici epato-patie, quando si pensi ai legami che intercedono fra queste e molte malattie dell’apparecchio digerente, del ricambio e dell’apparecchio uropoietico, e quando si consideri l’azione su di esse esplicata dall’acqua della quale ci occupiamo. Un campo di utilissimo impiego di questa acqua è, come ho accennato, quello costituito dalla calcolosi biliare in tutte le sue manifestazioni e nelle complicanze che ne conseguono.

 

Università di Pisa – Professore di Idrologia Medica e Direttore Sanitario delle Terme di Uliveto – Prof. G.Carreras